Immaginate un’economia che non sia una corsa sfrenata al profitto, ma un percorso consapevole verso un futuro in cui il benessere umano e la salute del pianeta si fondono in un equilibrio dinamico. Questa è la sfida proposta dalla teoria economica della ciambella, un modello ideato da Kate Raworth, economista inglese con cattedra ad Oxford e Cambridge, che trasforma radicalmente il nostro modo di concepire la crescita e la prosperità, adattandosi alle esigenze del terzo millennio con un approccio integrato, economico e sociale.
Il cuore pulsante della teoria della ciambella risiede in un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: l’economia deve operare all’interno di uno “spazio sicuro e giusto”. Questo spazio è delimitato da due confini imprescindibili. Da un lato, la soglia minima necessaria per garantire a ogni individuo l’accesso a beni e servizi essenziali come salute, istruzione e sicurezza alimentare. Dall’altro, il limite ecologico, che ci avverte dei pericoli di un eccessivo sfruttamento delle risorse naturali.
Visualizzate questo modello come una ciambella: il buco centrale rappresenta le carenze sociali che nessuna società dovrebbe tollerare, mentre il bordo esterno indica i limiti che non possiamo superare senza compromettere la stabilità degli ecosistemi. Una crescita economica incontrollata rischia di erodere i confini ambientali, mentre il mancato rispetto della soglia minima porta a disuguaglianze insostenibili.
Adottare questo modello significa rivedere radicalmente gli strumenti e le metodologie tradizionali. Gli indicatori economici convenzionali, che per troppo tempo hanno dominato le decisioni politiche e finanziarie, devono essere affiancati da metriche capaci di integrare aspetti sociali e ambientali. Questa visione olistica non solo arricchisce il nostro concetto di valore, ma apre la strada a nuove opportunità di investimento, in grado di generare ritorni sostenibili e duraturi.
Per rendere concreto questo cambiamento, è necessaria una revisione profonda delle politiche interne e degli strumenti di misurazione del rischio. Servono nuovi modelli in grado di integrare in modo sistematico le variabili ambientali e sociali, permettendo di valutare con maggiore precisione l’impatto di ogni decisione economica. Sebbene questo processo sia complesso, rappresenta un investimento essenziale per garantire un sistema economico capace non solo di sopravvivere alle crisi, ma di prosperare in un mondo sempre più interconnesso.
La teoria della ciambella ci sfida a superare la mentalità del “qui e ora” per investire in progetti che abbiano un impatto positivo sul lungo periodo. In questo scenario, crescita economica e benessere sociale si alimentano a vicenda, dando vita a un circolo virtuoso che mette l’umanità al centro delle decisioni economiche.
Abbracciare questo nuovo approccio significa assumersi la responsabilità di trasformare le sfide in opportunità e i limiti in motori di innovazione. Significa guardare oltre il tradizionale orizzonte del profitto e investire su un modello economico che integri crescita e sostenibilità.
In questo contesto, la finanza può diventare un vero e proprio agente di cambiamento, capace di guidare la transizione verso un’economia più equa e resiliente. Perché, in fondo, la parola “sfida” viene prima di “sfiducia”.