Navigare il Futuro: Le prospettive economiche, geopolitiche e di mercato per il 2025

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Davide De Luca

Il 2025 si prospetta come un anno cruciale, in cui il mondo sarà chiamato ad affrontare sfide di portata storica. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e il riaffermarsi di politiche protezionistiche negli Stati Uniti, la crescita rallentata della Cina, le difficoltà strutturali dell’Europa e la necessità di accelerare la transizione energetica globale, le dinamiche economiche e geopolitiche si intrecceranno in modi inediti. 

Stati Uniti: ritorno al protezionismo sotto Trump

Negli Stati Uniti, il ritorno di Trump segna un ritorno a politiche commerciali aggressive, con tariffe protezionistiche che puntano a ridurre le interdipendenze economiche globali. Durante la campagna elettorale, Trump ha promesso di implementare dazi universali fino al 60% per le merci cinesi, accanto a tariffe elevate per altri partner commerciali come Messico e Canada. Un esempio concreto di questo approccio è rappresentato dall’annuncio di un dazio del 25% sui veicoli prodotti in Messico, che ha già scosso il settore automobilistico. Le case automobilistiche americane, come Ford e General Motors, stanno cercando di riorganizzare le loro catene di approvvigionamento per evitare impatti significativi sui costi. 

Europa: la sfida della coesione in un contesto frammentato

In Europa, la situazione è altrettanto complessa. La Commissione Europea, sotto la guida di Ursula von der Leyen, affronta un’unione politicamente frammentata e governi nazionali sempre più instabili, specialmente in Francia e Germania. Il 2025 rappresenta un banco di prova per la leadership europea, che dovrà confrontarsi con sfide quali il rilancio della competitività economica, la transizione energetica e la creazione di una politica di difesa comune. Ad esempio, l’iniziativa della Francia per includere l’energia nucleare nella tassonomia verde dell’UE ha suscitato reazioni contrastanti, con la Germania che si oppone fortemente a questa proposta in favore di un approccio focalizzato sulle rinnovabili. Inoltre, il recente accordo commerciale con il Mercosur, che mira a rafforzare i legami economici tra Europa e Sud America, ha incontrato resistenze, in particolare dai produttori agricoli francesi preoccupati per la concorrenza.

La frattura tra Francia e Germania

La dinamica tra Francia e Germania, tradizionalmente considerata il motore dell’Europa, è in crisi. La Francia ha registrato una crescita economica superiore rispetto alla Germania negli ultimi anni, ma il suo debito pubblico elevato e l’instabilità politica mettono a rischio questa posizione. Ad esempio, la Francia ha recentemente lanciato un piano per stimolare l’industria tecnologica, con un focus particolare sulla produzione di semiconduttori, ma ha trovato difficoltà a ottenere il supporto della Germania. D’altra parte, la Germania ha annunciato un programma di investimenti da 200 miliardi di euro per affrontare la crisi energetica, senza consultare i partner europei, suscitando critiche da Parigi e da altri stati membri. 

Cina: tra rallentamento economico e tensioni geopolitiche

Sul fronte cinese, il rallentamento economico è ormai un fenomeno strutturale. La crescita del PIL per il 2025 è stimata intorno al 4,5%. Tuttavia, le pressioni deflazionistiche e l’indebitamento crescente delle amministrazioni locali rappresentano rischi significativi. Inoltre, le tensioni geopolitiche continuano a crescere, come dimostrato dall’aumento delle manovre militari cinesi vicino allo stretto di Taiwan, che ha spinto gli Stati Uniti a rafforzare la loro presenza navale nella regione. Questi eventi alimentano l’incertezza economica e geopolitica, rendendo più complesso il contesto per gli investitori globali.

La transizione energetica: opportunità e ostacoli

Un altro tema centrale per il 2025 è la transizione energetica globale. La necessità di ridurre le emissioni di carbonio e accelerare l’adozione di fonti rinnovabili ha spinto molti paesi a fissare obiettivi ambiziosi, tra cui la triplicazione delle capacità rinnovabili entro il 2030. Tuttavia, la transizione non è priva di sfide. In Europa, ad esempio, l’opposizione dei settori industriali ad alte emissioni, come l’acciaio, sta rallentando l’adozione di politiche più ambiziose. Negli Stati Uniti, la riduzione dei sussidi alle energie rinnovabili sotto la presidenza Trump potrebbe ostacolare i progressi del settore.

Mercati delle materie prime

Le materie prime rappresentano un altro punto focale, con i mercati caratterizzati da una forte volatilà. Secondo le previsioni di S&P Global, i prezzi delle commodity saranno influenzati sia dalle politiche climatiche che dalle instabilità geopolitiche. Ad esempio, il prezzo del litio è aumentato drasticamente negli ultimi anni a causa della crescente domanda per le batterie dei veicoli elettrici. Allo stesso modo, il gas naturale liquefatto (GNL) è diventato una risorsa strategica, con l’Europa che ha aumentato le importazioni dagli Stati Uniti per ridurre la dipendenza dall’energia russa.

Il mercato obbligazionario 

Nel 2025, i mercati obbligazionari statunitensi ed europei dovrebbero mantenersi entro intervalli di rendimento definiti, pur con una volatilità significativa. Negli Stati Uniti, l’economia solida e un’inflazione moderata suggeriscono che i rendimenti dei Treasury a 10 anni oscilleranno tra il 3,5% e il 5,0% sospinti anche dai bond vigilantes che osservano l’eccessiva spesa pubblica richiedendo rendimenti maggiori.

In Europa, l’incertezza politica e l’allentamento monetario da parte della Banca Centrale Europea, con possibili riduzioni dei tassi d’interesse dal 4% al 2% o meno, influenzeranno i mercati obbligazionari.

Le obbligazioni con scadenze tra 0 e 10 anni potrebbero beneficiare di questi tagli, mentre quelle a più lungo termine potrebbero risentire del deterioramento fiscale dei governi.

Tuttavia, l’incertezza politica e le tensioni geopolitiche potrebbero aumentare la volatilità del mercato.

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