Via della Seta VS. Via del Cotone

MACROECONOMICS

Negli ultimi anni, i due giganti asiatici Cina e India, hanno avviato ambiziosi progetti infrastrutturali che hanno catturato l’attenzione di tutto il mondo. La Cina ha promosso la sua Via della Seta, un vasto piano per la connessione di regioni asiatiche ed europee attraverso una rete di ferrovie, strade, porti e corridoi commerciali, mentre l’India ha presentato la sua Via del Cotone, un progetto simile incentrato sulla connettività e lo sviluppo infrastrutturale. Questi piani ambiziosi non solo promettono di rafforzare la posizione di entrambe le nazioni nel contesto globale ma hanno anche notevoli implicazioni economiche e finanziarie su tutto il resto del Mondo, Europa in primis.

In questo articolo, esamineremo in dettaglio entrambi i progetti, le ambizioni internazionali di Cina e India, gli effetti sull’Economia Mondiale e sui Mercati Finanziari Internazionali nonché le implicazioni per l’Europa.

La Via della Seta Cinese

La Cina ė partita per prima con il suo progetto noto come la “Nuova Via della Seta” o “One Belt, One Road” (OBOR), lanciato per la prima volta dal presidente Xi Jinping nel 2013. Questo piano ambizioso mira a collegare l’Asia all’Europa attraverso una vasta rete di strade, ferrovie, porti e infrastrutture. Questa iniziativa è diventata il pilastro della politica estera cinese e ha l’obiettivo di rafforzare la posizione economica e politica della Cina nel mondo. La Via della Seta si estende attraverso l’Asia centrale, il Medio Oriente, l’Europa orientale e meridionale e coinvolge oltre 140 paesi.

I massicci investimenti cinesi in questa infrastruttura hanno creato opportunità economiche significative per molti paesi lungo la Via della Seta. Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardo alla dipendenza economica dalla Cina che queste nazioni hanno sviluppato. Inoltre, il progetto ha sollevato domande sulle intenzioni geopolitiche della Cina, poiché è visto come un modo per estendere l’influenza politica cinese in tutto il mondo.

La Via del Cotone Indiana

Dall’altra parte dell’Asia, l’India ha presentato nel 2016 la sua risposta alla Via della Seta cinese, conosciuta come la “Via del Cotone” o “Cotton Route.” Questo progetto è stato lanciato per promuovere la connettività e lo sviluppo infrastrutturale tra l’India e le nazioni dell’Africa orientale, del Golfo Persico e dell’Asia sud-occidentale. Si concentra sulla promozione delle rotte commerciali e sulla modernizzazione dei porti.

L’India mira a consolidare la sua posizione come attore di primo piano nel subcontinente indiano e ad aumentare la sua influenza in altre regioni cruciali per il commercio internazionale. La Via del Cotone offre all’India l’opportunità di espandere la sua presenza economica e politica in queste regioni. Tuttavia, fino ai recenti sviluppi, il finanziamento limitato e le sfide geopolitiche, come le tensioni con il Pakistan, rappresentavano degli ostacoli significativi per il successo di questo progetto.

Tutto è cambiato dopo l’ultimo summit del G20 a New Delhi, dove l’Italia ha firmato un memorandum d’intesa per la realizzazione di questo corridoio denominato ufficialmente IMEC (The India-Middle East-Europe Economic Corridor), insieme ai leader degli Stati Uniti, dell’India, dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi, della Francia, della Germania e dell’Unione Europea. Nello specifico il progetto rilanciato in questa occasione comprende due collegamenti principali: uno ferroviario tra l’Europa e il Golfo (Emirati Arabi, Arabia Saudita, Israele, Giordania) e uno portuale tra l’India e il Golfo. Inoltre, prevede la posa di cavi per la trasmissione dei dati e dell’elettricità e la costruzione di tubature per l’approvvigionamento di idrogeno verde. Il progetto è stato adottato dalla Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII), un’organizzazione creata dal G7 nel 2022, e dal Global Gateway dell’Unione Europea, che ha destinato fino a 300 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali all’estero tra il 2021 e il 2027.

Il ruolo attivo nel progetto contemporaneamente di Emirati Arabi e Arabia Saudita da una parte ed Israele dall’altra, l’endorsement statunitense e gli investimenti europei hanno dato nuovo slancio a questa iniziativa.

I due progetti a confronto, le posizioni di USA ed Europa

Entrambi questi progetti riflettono le ambizioni internazionali della Cina e dell’India. La Cina, con la sua Via della Seta, cerca di consolidare la sua posizione come potenza economica e politica globale, promuovendo il commercio e l’interconnessione con le nazioni lungo le sue rotte. Allo stesso modo, l’India, con la Via del Cotone, mira a rafforzare il suo ruolo regionale e globale, cercando di accrescere l’influenza in aree chiave.

La competizione tra questi due progetti è, tra l’altro, evidente in alcuni paesi che si trovano al crocevia delle rotte proposte da entrambi. Ad esempio, l’Iran, con il suo porto di Chabahar, è un punto di convergenza tra le due iniziative e ha cercato di trarre vantaggio dalla rivalità tra Cina e India.

Alla luce del nuovo slancio ottenuto grazie all’ultimo G20, però, ci sono ormai evidenti differenze tra i due progetti.
La Cina è sì partita prima, ma come riflesso del nuovo ostruzionismo statunitense e di conseguenza europeo è rimasta isolata. La Via della Seta alla fine ha l’appoggio solo di economie emergenti e di nessuna economia leader mondiale. La Cina, quindi, ha consolidato le sue posizioni, ma il suo progetto infrastrutturale non sembra riuscire nell’impresa di trasformarla da superpotenza regionale a superpotenza mondiale.

Al contrario, invece, Il corridoio India-Medio Oriente-Europa, seppur partito in sordina, è visto come uno dei progetti più promettenti, poiché ha solide basi economiche e un forte interesse politico da parte dei paesi coinvolti. Per gli Stati Uniti e per l’Europa è diventato di colpo strategico in ottica di contenimento dell’influenza economica e geopolitica della Cina. Infatti, questo progetto è diventato fondamentale per difendere gli interessi americani ed europei in Asia e in Africa, riconoscendo che c’è una crescente domanda di investimenti infrastrutturali nel Sud Globale che supera l’offerta disponibile. La preoccupazione è che, se questi vuoti non vengono colmati da USA ed Europa, la Cina prenderà il loro posto, come del resto ha già ampiamente fatto in Africa, ad esempio.

Inoltre, è sostenuto da una rete di alleanze e accordi, come gli Accordi di Abramo, che hanno permesso la normalizzazione delle relazioni economiche tra Israele, gli Emirati Arabi e altri paesi della regione. L’Italia è particolarmente ben posizionata geograficamente per svolgere un ruolo di guida in questa iniziativa e potrebbe beneficiare economicamente dal progetto, specialmente per quanto riguarda la connettività digitale attraverso i cavi sottomarini.

Per l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, il corridoio rappresenterebbe un’opportunità per diversificare le loro economie e diventare hub cruciali tra Oriente e Occidente. Per Israele, significherebbe investimenti e vantaggi politici.

Effetti sull’Economia Mondiale e sui Mercati Finanziari

Entrambi questi progetti infrastrutturali hanno il potenziale per influenzare notevolmente l’economia mondiale. Entrambi si prefiggono di aumentare la connettività tra i mercati asiatici ed europei, facilitando il commercio e la cooperazione economica. Tuttavia, come detto, sembra che la potenziale ricaduta economica del progetto cinese si stia esaurendo o per lo meno concentrando su paesi e mercati non di prima fascia.
Invece, il rilancio della Via del Cotone è stato accolto con interesse da parte delle aziende e degli investitori, con alcune aziende che hanno manifestato immediato interesse anche prima della definizione di un piano d’azione. Si prevede che i promotori del progetto si riuniranno entro i prossimi 60 giorni per sviluppare una lista di progetti infrastrutturali, tra cui ferrovie, energia e altro, cercando finanziamenti privati per la realizzazione. La ricaduta economico-finanziaria potenzialmente potrebbe essere di gran lunga superiore visto il coinvolgimento in prima linea non solo di USA e Europa, ma anche di Arabia Saudita ed Emirati Arabi, i cui ingenti capitali sono sempre alla ricerca di nuovi investimenti a medio lungo termine in un’ottica di diversificazione dall’oil & gas. D’altronde, gli investimenti infrastrutturali massicci possono aprire ulteriori nuove opportunità di investimento e influenzare i flussi di capitale a livello globale. Gli investitori istituzionali stanno quindi già cercando di identificare i settori e le aziende che potrebbero beneficiare di questi progetti.

Tuttavia, va considerato attentamente un certo grado di rischio di fondo associato a tali investimenti, specialmente se le tensioni geopolitiche tra Cina e USA e Cina e India dovessero intensificarsi.

In sintesi, la Via del Cotone rappresenta un importante sforzo per rafforzare le connessioni economiche e infrastrutturali tra l’India, il Medio Oriente e l’Europa, con l’obiettivo di ridurre il divario infrastrutturale nel Sud Globale e offrire un’alternativa alle iniziative cinesi nella regione. Abbracciando questo progetto anche economicamente, per la prima volta USA ed Europa sembrano passare al contrattacco anche sulle grandi infrastrutture in quelle aree del mondo in cui la Cina agiva incontrastata. Lo scontro geopolitico ed economico tra Occidente e Cina continua quindi con un’interessante novità, la partecipazione attiva nel campo opposto alla Cina non solo dell’India (suo naturale competitor nello scacchiere asiatico), ma anche di Emirati Arabi e Arabia Saudita per la prima volta assieme ad Israele.

Tutto questo mentre la Cina si trova a dover contrastare un’inusuale crisi di fiducia del suo mercato interno e una pesantissima crisi del debito innescata dal default del suo settore immobiliare.

L’India, invece, con una popolazione che ha superato quella cinese e un inedito interventismo nel settore delle mega infrastrutture internazionali, si candida ad un ruolo di primo piano nell’economia mondiale. Per questo motivo è ormai di fatto l’osservato speciale dei grandi capitali finanziari internazionali.

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