INSIDE THE TREDS
Per molti sarà interessante scoprire che il mercato del Venture Capital esisteva già prima della Seconda Guerra Mondiale. All’epoca, erano le più abbienti famiglie americane, quali Vanderbilt, Whitney, Rockefeller e Warburg, a sostenere economicamente con il loro patrimonio le società più giovani, più innovative e con più alto potenziale.
Si può dire che il Venture Capital moderno in cui ci troviamo oggi nacque, però, dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando non solo le grandi famiglie, ma anche le aziende iniziarono a investire nel private equity. Fu proprio tale salto di qualità a rendere illimitata la crescita potenziale di questo modello di investimento.
Il boom si è specificamente concentrato nella Silicon Valley, area che si è specializzata prettamente nello sviluppo di hardware, software, computer e strumenti elettronici. Nonostante il territorio Californiano si è rivelato particolarmente fertile per il mondo tech e il Venture Capital, il luogo di nascita vera e propria di questa forma di investimento si deve localizzare a Boston, e attribuire in particolare a Georges Doriot. Doriot fu un eroe della Seconda Guerra Mondiale e diventò Rettore della Harvard Business School, ma non solo: lo si ricorda infatti come il ‘padre del Venture Capital’. La sua esperienza e il suo successo, infatti, lo portarono a investire significativamente in società startup a Cambridge.
In dettaglio, il Venture Capital è una forma di investimento ad alto rischio, con allo stesso tempo notevoli possibili ritorni economici. Per una società che vuole essere supportata da un Venture Capital, è importante possedere tratti che delineano un’azienda pronta a gestire un notevole capitale e che sia quindi in grado di “scaricarlo a terra” ad esempio conquistando rapidamente notevoli quote di mercato. Tra questi tratti abbiamo: un team solido e competente nell’industria di appartenenza; un mercato di riferimento molto ampio da servire; un prodotto o servizio che vanti già un chiaro vantaggio competitivo su altre società.
Ma cosa prevede il lavoro del Venture Capital?
Le entità che finanziano il lavoro delle startup, quindi chi investe capitale, sono principalmente i fondi istituzionali. Una volta raggiunto l’obiettivo finanziario accordato grazie alla raccolta, e una volta che sia possibile erogare i fondi, il Venture Capital in questione può iniziare a operare secondo il proprio focus di investimento. È importante sottolineare che il Venture Capital, investendo, acquisisce automaticamente quote della società e può decidere, insieme al team originale, di aiutare la startup a livello operativo. Nel caso in cui questo non fosse necessario, il Venture Capital attende il momento giusto per eseguire l’exit, ovvero uscire dall’investimento.
Sono diverse le compagnie di Venture Capital che detengono decine di miliardi di AUM negli Stati Uniti. Tra le più conosciute Sequoia Capital, Andreessen Horowitz, Khosla Ventures e Accel. Tra queste vi è, inoltre, Rebel Fund.
Con un portafoglio di 135 società e un valore totale di $9.8 miliardi, Rebel punta a investire nel miglior 0,1% delle oltre 40.000 startup tecnologiche che si candidano ogni anno al Y
Combinator, l’acceleratore numero 1 al mondo con oltre 80 unicorni e oltre $600B di valore delle aziende in portafoglio. Le decisioni di due diligence e di investimento del fondo sono prese da un team di ex alumni del Y Combinator che hanno fondato aziende del valore aggregato di oltre $85B, investito in oltre 200 start-up e generato rendimenti di portafoglio ai massimi livelli. Rebel utilizza un algoritmo di apprendimento automatico proprietario chiamato Rebel Theorem per aiutare a convalidare e monitorare gli investimenti potenziali, costruendo un portafoglio diversificato di top startup del Y Combinator che sono statisticamente programmate per sovraperformare.
Oltre all’utilità dell’AI, anche il fattore umano è necessario a garantire a Rebel Fund continuo successo e può essere riassunto in quattro punti: reputazione, selezione, accesso e supporto al portafoglio. Grazie a una costante sinergia tra questi, si può prevedere un alto tasso di successo. A testimonianza di ciò, Rebel Fund detiene nel proprio team vari primati, tra cui: gli investitori più performanti, gli alumni del YC con accesso agevolato alle startup migliori, l’esperienza di vari decenni di tutti i CEO e l’abilità dei partner di aver garantito miliardi alle startup con cui hanno lavorato. Un mix vincente come questo vede in Rebel il candidato perfetto per arrivare a un indiscusso vantaggio competitivo.
È interessante annotare che Rebel Fund applica una strategia di diversificazione dei propri investimenti che includono: immobiliare, industriale, sanità, tecnologia finanziaria e B2B. Come si può immaginare, il 56.3% dei suoi investimenti risiedono tra Stati Uniti e Canada, mentre in misura minore ma comunque con notevole impatto, in America Latina, Sud Est Asiatico ed Europa.
Gli investitori in Rebel Fund includono oltre 100 tra i più conosciuti “tech-founders”, i più affermati “capitani di ventura” della Silicon Valley, leader di governo, importanti famiglie internazionali e investitori istituzionali.
Ma quali sono concretamente i privilegi degli investitori di Rebel Fund?
- Accesso privilegiato ai futuri investimenti
- Aggiornamenti costanti sul fondo
- Eventi annuali esclusivi
- Accesso al network della Silicon Valley
Per concludere, abbiamo visto come il settore del Venture Capital sia nato e si sia espanso. Ora sarà interessante scoprire su quali nuove aree geografiche e settori si deciderà di puntare il capitale di rischio nel prossimo futuro.